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Arista al latte & … Italo Calvino

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Cercavo una premessa ironica sul rapporto marito e moglie per introdurre il post ma, alla radio ho sentito Fabio Volo che leggeva un racconto del grande Italo Calvino e non ho avuto più dubbi, quel racconto era perfetto per il mio post. Dico questo perché una sera tornata a casa dal lavoro, mio marito aveva preparato l’arista al latte. Io stupita gli chiesi: «…ma la ricetta chi te la data?!» e lui mi rispose tutto tranquillo: « … era sul tavolo, come segnaposto, di un ristorante a Genova»  a lui era piaciuta molto. Eh sì è proprio vero, a volte i mariti stupiscono…. e buona che era!

Arista al latte

Ingredienti per 4 persone:

1,200 kg di arista di maiale

100 gr di burro

50 gr di olio evo

un rametto di rosmarino

uno spicchio d’aglio

100 di cipolla ramata

una carota

un tocco di sedano

un litro di latte

sale, pepe e noce moscata

farina di riso senza glutine per infarinare

  1. Strofina la carne con l’aglio, il sale e il pepe, legala con dello spago da cucina insieme al rametto di rosmarino. Mio marito ha saltato questo passaggio ed ha infilato il  rosmarino facendo un taglio nella carne.
  2. Infarina leggermente la carne con la farina di riso.
  3. In una casseruola capiente fai fondere l’olio e il burro poi rosala la carne a fuoco vivace.
  4. Aggiungi il trito di sedano, carota e cipolla, copri il tutto con il latte.
  5. Fai cuocere lentamente fino a far restringere il liquido di cottura, circa 1 ora, sempre senza coperchio.
  6. Fai raffreddare la carne prima di tagliarla e servi le fettine con il sughino di cottura.

Il consiglio di Margharet: se la ricetta vi richiede troppo tempo vi consiglio di prepararla il giorno prima. Il punto 5 è, come si può dire, a discrezione perché noi non abbiamo aspettato che si raffreddasse ma l’abbiamo gustata subito. Sublime!

Non c’è racconto più bello e reale, la quotidianità di ogni coppia raccontata con romanticismo come solo lui sapeva fare. Questo brano intitolato l’avventura di due sposi ci parla di come può essere assurdo che una giovane coppia, entrambi impiegati in una fabbrica: il marito col turno di notte e la moglie col turno di giorno, possano essere felici perché hanno pochissime ore per vedersi anche se vivono sotto lo stesso tetto. La magia delle piccole cose non deve essere sopraffatta dalla frenesia … me lo devo ricordare!

 L’avventura di due sposi di Italo Calvino

«L’operaio Arturo Massolari faceva il turno di notte quello che finiva alle sei di mattina, dopo un lungo tragitto rincasava a casa in bicicletta nella bella stagione, mentre nei mesi freddi prendeva il tram. Arrivava a casa alle sette circa, prima che suonasse la sveglia della moglie Elide. Quando il marito suonava il campanello spesso ella dormiva e quindi quando lei lo sente si sveglia e si infila velocemente la vestaglia e ancora mezza addormentata arriva in cucina dove il marito stava preparando il caffè. Elide spesso si vergognava a farsi trovare così in disordine però non è colpa sua. Quando fanno colazione il marito le racconta tutti gli inconvenienti e i contrattempi che ha avuto quando ritornava. Dopo un po’ Elide si accorgeva del tempo che passava e quindi in fretta si veste e si pettina e prende il tram per andare al lavoro. Il marito, invece, restava solo e ascoltava il rumore dei passi della moglie finché non li sentiva più, poi chiudeva la casa al buio e andava a dormire. Quando ritornava la moglie, Arturo aveva acceso già la stufa e aveva cominciato a cucinare qualcosa, fatto alcune faccende domestiche anche se non ci riusciva bene. I due si salutavano, parlavano, cenavano. Intanto Elide si dava da fare a sbrigare le faccende di casa che non aveva fatto il marito, gli preparava lo spuntino che doveva consumare durante il suo turno di notte. Queste pochissime ore insieme passano in fretta e già il marito è pronto per andare a lavoro per entrambi questo è un momento di dolore perché loro volevano stare insieme per un altro po’ di tempo, ma non è possibile. Infine Elide lava i piatti, pulisce le ultime cose e stanca del lavoro spegne la luce e va a dormire.»

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